Il soprano Amarilli Nizza debutta stasera all’Arena nel ruolo della schiava ” rivale ” di Turandot.
“LIU’, L’AMORE E’ IL VERO POTERE “
di Roberto Brusadelli
Verona- Un altro gradino da scalare verso quella vetta di perfezione che , anche se umanamente non raggiungibile, resta comunque il traguardo di ogni artista.
Stasera all’Arena di Verona il soprano Amarilli Nizza debutterà nel ruolo di Liu’ nelle Turandot, il capolavoro pucciniano messo in scena con la regia di Franco Zeffirelli e la direzione d’orchestra affidata ad Andrea Battistoni.
Una collaborazione quella con il teatro della città scaligera, che prosegue dunque negli anni con rinnovato successo.
“Sì, ammette Amarilli Nizza, l’anno prossimo festeggerò i dieci anni di impegno con l’Arena per il ruolo di Aida. Ma il decennale complessivo del mio rapporto con il teatro di Verona cade già quest’anno: iniziai infatti nel 2003 con Tosca , una produzione dell’Arena portata in tournée a Cipro.”
Come affronta un ‘interpretazione così impegnativa come quella dell’eroina perdiana di fronte al pubblico scaligero ?
” Diciamo innanzitutto che riproporre Aida all’Arena è sempre una grandissima responsabilità, per il semplice motivo che in tutto il mondo l’opera egiziana di Verdi e il tempio della lirica della città scaligera si identificano totalmente. Il mio sforzo costante, stagione dopo stagione, è sempre quello di modificare la resa musicale e psicologica del personaggio, adattando emozioni e stato d’animo alla condizione interiore, sempre diversa di sera in sera. Occorre evitare di cadere nella meccanicità della riproduzione di un cliché sempre uguale.Dunque io lavoro sulle sfumature, cercando di eliminare pecche, difetti, di alzare per cos’ dire l’asticella della qualità della prestazione.E’ una sfida costantemente rinnovata con se stessi, davvero esaltante pur nell’inevitabile fatica che richiede un costante lavoro di ricerca, di affinamento, di studio Poi quest’anno il direttore sarà Marco Armiliato, che sostituirà Daniel Oren, e che inevitabilmente sarà portatore di una lettura diversa, personale.
E veniamo al debutto di questa sera. Perchè ha scelto di impersonare la schiava Liù nell’ultima opera incompiuta di Puccini ?
” E’ un ruolo bellissimo: penso che racchiuda l’essenza dello spirito dell’autore. In apparenza, appunto, è una piccola schiava, una donna fragile, che però esprime al massimo grado sentimenti di fermezza , di grande dignità e umanità, in contrapposizione alla gelida principessa Turandot, una figura carica di simbolismi legati a mondi notturni, lunari. LA contrapposizione risulta evidente anche sotto il profilo musicale: Per Turandot Puccini ha creato una tessitura molto acuta, mentre nel caso di LIu’ la tessitura è decimaste lirica, proprio perché questa figura femminile incarna l’aspetto della dolcezza, della delicatezza. Un personaggio modernissimo, dunque, anche nei passaggi musicali, nelle armonie ”
Secondo lei il pubblico in qualche modo si aspetta una specie di confronto diretto, diciamo un match tra le due donne, un po’ nello stile Eva contro Eva ?
” No, sottolinea Amarilli, sono due mondi che non vengono a ” cozzare ” direttamente in scena.: Turandot e Liu’ si scambiano ben poche battute; La principessa , come è anche il caso di Calaf, è delineata in misura più′ drastica, è in fondo un archetipo.Mentre in Liu’ , anche nella decisione del suicidio, che è un gesto d’impeto, esiste una forte carica di umanità: è lei che insegna l’Amore , quello con la maiuscola a Turandot, le dimostra che è l’amore il vero potere. e poi bisogna considerare che l’allestimento di Zeffirelli prevede la netta separazione tra i due piani scenici, quello sfolgorante della reggia e quello basso in cui agisce la schiava LIu’.”
Le sue fatiche all’Arena proseguono poi con la Carmen , in cui lei interpreta Micaela :
” Sì è un personaggio che ho già fatto a Macerata e a Roma : una donna appassionata, positiva, fondamentalmente simpatica, che esprime sentimenti più belli, più′ puri, più′ puliti rispetto alla protagonista. E si tratta musicalmente di un ruolo, e di un opera, decisamente raffinati. Vale insomma sempre la regola per cui è comunque un onore interpretare musica di questo valore e di questo livello.
In conclusione : c’è qualche ruolo del grande repertorio che lei non ha ancora calcato sulle scene e che le piacerebbe affrontare ?
” Le rispondo senza falsa modestia di no.Ho fatto un po’ tutti i personaggi a cui aspiravo da Aida a Tosca, a Butterfly, al Trittico , a Lady Macbeth : Fra due anni rifarò LA Francesca da Rimini di Zandonai, fra un anno invece mi attende il debutto nei I Due Foscari.
Insomma : mi sono trattata bene.”